L’11 maggio 1871, a Granada, nell’antica capitale moresca della Spagna, più precisamente nella Fonda de los Siete Suelos ai piedi dell’Alhambra, nasceva Mariano Fortuny y Madrazo. Figlio secondogenito del celebre pittore Mariano Fortuny y Marsal, Mariano cresce in un ambiente cosmopolita, diviso tra Italia, Spagna e Francia. Con un’eredità familiare così intensa, seguire le orme del padre sembrava naturale, ma Fortuny avrebbe presto superato ogni aspettativa, affermandosi come uno dei più grandi innovatori del Novecento.



Venezia e la curiosità insaziabile
Nel 1889 la madre, Cecilia de Madrazo, decide di lasciare Parigi per trasferirsi a Venezia, nel tentativo di alleviare le allergie del figlio causate dai cavalli. La città lagunare, già amata dal padre, si rivela il luogo ideale per alimentare il talento e la curiosità insaziabile del giovane Mariano. Qui nasce il suo fascino per l’opera di Wagner, destinato a diventare una costante ispirazione nella sua carriera. Le sperimentazioni pittoriche di questi anni gettano le basi per le sue future innovazioni, fondendo arte, scienza e tecnica in un linguaggio visivo del tutto personale.
“Nulla si crea senza memoria: la modernità è figlia del passato”
Mariano Fortuny
Henriette e il sodalizio creativo
Durante un soggiorno a Parigi per approfondire le sue ricerche nel teatro, Mariano Fortuny incontra Henriette Negrin, che diventerà la sua musa, compagna di vita e partner artistica. Dal loro incontro, nel 1902, nasce un’unione sentimentale e creativa straordinaria. Una volta stabiliti a Venezia, i due fondano un laboratorio tessile a Palazzo Pesaro degli Orfei, oggi noto come Museo Fortuny. È qui che nascono abiti iconici come il Delphos in seta plissettata, capi in velluto decorati con motivi etnici o ancora le rivoluzionarie lampade dell’attuale collezione Studio 1907, simbolo di un’eleganza senza tempo e di un approccio all’illuminazione teatrale ancora insuperato.
La città di Venezia, crocevia tra Oriente e Occidente, fa da cornice perfetta a questa produzione inimitabile, diventando non solo uno scenario, ma parte integrante della loro opera.



Un’eredità che continua a vivere
Alla morte di Fortuny, nel 1949, Henriette ne preserva il patrimonio creativo, continuando per anni a lavorare nel laboratorio veneziano. Dopo la sua scomparsa, sembrava che il segreto di quelle creazioni fosse destinato a svanire. Eppure, grazie all’intuizione di un giovane veneziano, Lino Lando, negli anni ’80 il sogno riprende forma: il processo di plissettatura è stato ricostruito, aprendo la strada a un rinnovato capitolo creativo ispirato all’eredità artigianale di Fortuny, che continua ancora oggi con la produzione di capolavori artigianali come cappotti da sera in velluto, lampade e accessori per l’abbigliamento.
Fonti:
I Fortuny, una Storia di Famiglia, Palazzo Fortuny, Venezia, 2019
Mariano Fortuny. His Life and Work, Guillermo de Osma, V&A Publishing, 2015
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